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Attorno al Lago di Ridracoli fra i bramiti dei cervi

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CENNI STORICI SUI SITI

Ridràcoli (slm 476)
E' una frazione del comune di Bagno di Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna. Sorge in prossimità del bacino artificiale che ne ha preso il nome. E’ situato sul fiume Bidente, raggiungibile tramite una deviazione della strada provinciale, e dista da Forlì e dalla vicina Forlimpopoli circa 50 km, passando da Meldola, Civitella di Romagna, Santa Sofia e Isola. Il borgo conta tre case, un palazzo, una chiesa ed un ponte a schiena d'asino; a poca distanza sorge la diga sul Bidente (raccoglie anche le acque del Rio Celluzze), la cui sommità è raggiungibile tramite una strada privata a pagamento.

www.romagnacque.it/la_diga-d-11.html

Il ponte è il simbolo di Ridracoli; fu costruito in sostituzione di un ponte in legno preesistente, crollato per mancanza di manutenzione nel 1816. Il paese contava circa 230 abitanti nel 1951, mentre oggi ne ha solo alcuni. L’origine del nome probabilmente deriva dalla presenza di un piccolo oratorio che faceva riferimento all'abbazia di Camaldoli. L’esistenza di Ridracoli è documentata sin dal 1216, come possedimento dei conti Guidi. Nel XV secolo ebbe dignità di comune, appartenendo alla sfera politica e culturale di Firenze.
L'elettrificazione del paese è coincisa con la costruzione della diga, tra la fine degli anni settanta e gli ottanta.
Tratto da Wikipedia

Nel borgo di Ridracoli sorge da alcuni anni l’IdroEcomuseo delle Acque di Ridracoli composto da una sede centrale, e da poli tematici nei pressi della diga. La struttura centrale accoglie il visitatore con sale espositive:

Fauna Della Valle Del Bidente Per fare conoscenza con gli animali che hanno abitato e che abitano il territorio della valle del Bidente.

Uomo E Acqua La distribuzione dell’acqua sul pianeta terra e la sua importanza per la vita dell’uomo. Il percorso dell’acqua di Ridracoli, dal bacino idrografico alla diga, dal potabilizzatore alle nostre case.

Circola L’energia In Circolo Per conoscere da vicino con semplici esperienze le forme e le fonti di energia. Il percorso è collegato al vicino impianto fotovoltaico che fornisce energia pulita al sistema.

Risparmio L’acqua Installazioni interattive che permettono di verificare le possibilità di risparmio idrico che si può adottare anche nella propria abitazione.

Acqua E Viventi Un percorso alla scoperta delle origini dell’acqua, della nascita e dello sviluppo della vita all’interno dell’acqua. Una sala dedicata ai più piccoli, con esperienze pratiche, sensoriali e giochi interattivi. I poli tematici dislocati alla diga di Ridracoli, nei pressi del coronamento, permettono al visitatore di approfondire alcune tematiche ambientali relative al Parco Nazionale e alla storia della costruzione della diga.

Il Polo Naturalistico Rappresenta una porta aperta sul Parco Nazionale della Foreste Casentinesi. Le gallerie lungo la sponda destra del lago sono le soglie d’accesso all’area protetta. Al loro interno, attraverso sensazioni visive, uditive e tattili, ci si immerge nella dimensione naturale del Parco.

Il Polo Tecnologico E’ un’area dedicata alla storia della costruzione della diga e ai sistemi di controllo che attualmente sono applicati. Attraverso l’esposizione di schemi costruttivi, progetti e fotografie si possono ripercorrere le tappe fondamentali della realizzazione dell’opera.

Sala 3d "L'acqua degli oracoli" Un emozionante filmato tridimensionale per viaggiare attraverso la bellezza delle foreste attorno al lago.

RIDRACOLI DI VALBONA nella Valle del Bidente in Romagna. – Casale già Castello con chiesa parrocchiale (SS. Martino e Lorenzo) nella Comunità Giurisdizione e circa dieci miglia a ponente maestrale di Bagno, Diocesi di Sansepolcro, già Nullius di Galeata, Compartimento di Firenze. Siede la sua chiesa sopra un piccolo poggio circondato da ostro-ponente fino a settentrione dal ramo maggiore del Bidente detto di Valbona, che scende dall’Appennino dell’Eremo di Camaldoli e che presso la Badia d’Isola si vuota nel Bidente del Corniolo, mentre poco al di sotto si accoppia all’altro ramo più orientale del Bidente di Strabatenza. Il Castello con la corte di Ridracoli appartenne ai signori di VALBONA insieme con Strabatenza, Poggio alla Lastra, Rondinaja ed altri luoghi alpestri di cotesta schiena dell’Appennino.
Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana Vol. IV - Firenze 1841.

RIDRACOLI DI VALBONA o semplicemente Ridracoli (Ridregul), frazione dei comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia sul secondo Bidente, 11 chilometri a ponente-maestro di Bagno. L’antico castello di Ridracoli fu dei nobili di Valbona, e lo era ancora nel 1371, poichè allora viene indicato come appartenente al conte Azzo di Valbona. Indi passò ai conti Guidi di Battifolle e dal 1440 in poi alla Repubblica di Firenze. Nell’Alpe di Ridracoli vi fu l’eremo od oratorio di San Lorenzo, soppresso nel 1652 ed annesso alla parrocchia di San Martino di Ridracoli, che è dedicata attualmente ai Santi Martino e Lorenzo. Essa conta 261 anime e fa parte della diocesi di Borgo San Sepolcro.
Emilio Rosetti, La Romagna - Geografia e Storia Ulrico Hoepli Editore, Milano 1894.

Seghettina (slm 704) foto
Il nucleo era diviso in due gruppi di abitazioni: Seghettina appartenente fin dal XVI secolo all’Opera del Duomo di Firenze e Seghettina di Sotto sorta in tempi più recenti. Una delle prime informazioni si ha nel 1631 allorchè "Seghettina e Abetiuola" sono "terre tenute da Ottavio Capacci", nel 1751 il "podere della Seghettina" è "tenuto da Jacopo di Mariotto" e nel 1777 quando ancora la proprietà è dell'Opera del Duomo, l’abitazione è così descritta: "alla Seghettina una casa da lavoratore di stanze cinque da celo a terra con soprapalco [...] con portico forno e fornella coperta e suoi resedi [...] capanno di stanze tre". Nel 1815 troviamo "lavoranti mezzaioli alla Seghettina" i nuclei famigliari di Jacopo Nanni (2 persone), Carlo Nanni (7 persone) e Jacopo Rossi (11 persone) e due anni dopo nel 1817 abbiamo la seguente descrizione dell' abitazione: "casa da lavoratore composta di sei stanze da celo a terra, forno, loggetta, stalletto, capanna separata con due stanze, aia".Nel 1840 contadino alla Seghettina è Vincenzo Gori che ritroviamo qui anche nel 1845. Nel 1872 abitanti alla Seghettina sono tre nuclei famigliari: quello formato dai coniugi Angiolo Bardi e Maria Stefani, che hanno 4 figli di età compresa tra i 3 e i 16 anni, quello di Giuseppe Michelacci di 43 anni che vive con la moglie Assunta Mainetti di 35, i tre figli, Fortunato, Adamo e Palmira rispettivamente di 11, l0 e 9 anni ed il padre Stefano di 72 anni, e quello di Giovanni Rossi "contadino povero" di 62 anni che vive alla Seghettina con la moglie Maria Anna Fabbri di 60 anni, i figli ed i nipoti (in tutto 9 persone). Abita inoltre con la famiglia Rossi anche Romoaldo Vestrucci di 11 anni che è il garzone. Nel 1895 vive a Seghettina di Sopra la famiglia di Stefano Rossi (l1 persone) mentre pigionante è Stefano Milanesi (famiglia di 4 persone). A Seghettina di Sotto abita Francesco Rossi (famiglia di 14 persone). Nel 1910 vi abitano 33 persone, 7 fanno parte della famiglia di Tommaso Rossi, 9 di quella di Angiolo Milanesi, 3 della famiglia di Angiolo Schiumarini e 14 di quella di Francesco Rossi. Gianni Giovannelli, Tommaso Rossi, Angiolo Milanesi e l'Amministrazione Forestale sono i proprietari dei nuclei della Seghettina nel 1921. Negli anni 1930/1940 le case sono abitate dalle famiglie Milanesi, Monti, Beoni, Rossi, Amadori e Daveti. Finita la guerra verrà istituita alla Seghettina la scuola elementare pluriclasse, che verrà soppressa nella prima metà degli anni ‘60. Ultimi abitanti della Seghettina sono stati i componenti della famiglia Rossi nel 1964. Ai nostri giorni la Seghettina si affaccia sull'invaso di Ridracoli e Seghettina di Sotto è stata recuperata e viene saltuariamente abitata.
Il Popolo di Ridracoli AD LIMINA IV a cura di CLAUDIO BIGNAMI

Lapide ai generali inglesi alla Seghettina di Sopra foto
Dall’8 settembre 1943 un simbolico stato maggiore britannico - composto da 11 generali e da 25 ufficiali di vario grado - fuggiti dal campo di concentramento di Vincigliata (Fiesole), trovava rifugio sull'Appennino tosco-romagnolo, ospitati nei casolari di Seghettina, Ridracoli, Strabatenza, Rio Salso. Fra il dicembre ed il maggio successivo, grazie ad una straordinaria e coraggiosa "trafila", raggiunsero in vari scaglioni l’Adriatico per poi ricongiungersi con le proprie armate. Per ricordare questo momento significativo e poco conosciuto, la Provincia di Forlì nel 1984 pose una lapide a Seghettina. Essa recita: "Queste case di Seghettina accolsero nell'autunno del 1943 un gruppo numeroso di alti ufficiali dell'esercito britannico sfuggiti alle prigioni. Da qui ripresero poi un lungo difficile itinerario che li condusse al quartier generale delle truppe alleate nel sud dell'Italia. Le popolazioni dell'Appennino e della pianura romagnola, anche a rischio della vita, furono con coraggio e con amore al loro fianco per restituirli alla libertà."
Ottobre 1984. La Provincia di Forlì".

Galvane (slm 440) foto
Nel 1777 Francesco Antonio e Pellegrino Antonio del fu Domenico di Francesco Fabbri del Poggio alla Lastra sono proprietari alle Galvane di "un casamento da lavoratore di stanze undici compreso il capanno con entrata alla piana, soprapalchi, colombaia coperta con forno e fornelia e suoi resedi".
Nel 1816 colono è Pietro Bertelli. Nel 1829 la casa di proprietà della famiglia Giovannetti è abitata da Domenico Lapi ed è così descritta: "casa colonica ed aia. A terreno 4 stalle, stalletto, forno, cantina e loggetta. I piano cucina, 3 stanze e capanna".
Nel 1864 la casa è abitata da Romoaldo Sassi, che è presente con la sua famiglia, in tutto sei persone, anche nel 1872. Nel 1895 alle Galvane abita ancora la famiglia Sassi, mentre nel 1910 il podere è lavorato da Giuseppe Guidi. La casa è definitivamente abbandonata verso la fine degli anni ’50 da Torello Nanni quando ancora la proprietà era della famiglia Giovannetti. Nei pressi della casa, posta sul vecchio percorso che saliva a Valdoppia e quindi a S. Paolo in Alpe, vi è una maestà recentemente restaurata.
Il Popolo di Ridracoli AD LIMINA IV a cura di CLAUDIO BIGNAMI

Castello (slm.490) foto
Nel 1777 la proprietà è di Domenico del fu Lazzaro Salvadorini che possiede "una casa di due stanze, da celo a terra, e suoi resedi" e di Piero e di Giovanni del fu Giovanni di Giovan Battista Gazzani, che possiedono: "una casa di loro propria abitazione di stanze dodici [...] con loggia e stanziolo sotto, e soprapalchi, con forno, e loggia accanto, con altra loggia, e fornella e stalletto, e cisterna e loro sodi gelsati" "altra casa di stanze quattro, e colombaia sopra [...] e suoi resedi murati con scala per diffori, e suo uscio", "altra casa di stanze due [...] e suoi resedi", "altra casa di una stanza [...] minacciante ruina e suoi resedi", "una capanna con stalla sotto e loggia e suoi resedi", "una capannella di stanze due [...] e suoi resedi. Nel 1798 proprietario è Lorenzo Gazzani e nel 1815 Jacopo Gazzani è "lavoratore in proprio del podere detto il Castello di Ridracoli". La sua famiglia è composta da 9 persone. Nel 1872 vi abitano 5 famiglie (Mainetti, Versari, Bergamaschi, e due nuclei della famiglia Nanni) per un totale di 2l persone, mentre nel 1895 il castello è abitato da 25 persone e le case sono di proprietà di Luigi Mainetti, Agostino Nanni, Antonio Nanni, Pietro e Lorenzo Mainetti. Nel 1910 troviamo al Castello le famiglie di Domenica Fabbri vedova Mainetti, Lorenzo Mainetti, David Agnoletti, Lorenzo Fabbri, Angiolo Fabbri, Agostino Fabbri, e Edoardo Ulivi. In tutto 7 nuclei famigliari per un totale di 33 persone. Nel 1921 proprietari delle abitazioni sono Giuseppe Nanni, Lorenzo Mainetti e Vincenzo Mainetti. Sul fìnire degli anni ‘50 sono le famiglie Bravi e Mainetti ad abitare al Castello, che verso il 1968/69 sarà definitivamente abbandonato da Adolfo Mainetti. Negli ultimi anni il Castello è stato acquistato dal Consorzio Acque che lo ha restaurato ed adibito a struttura per la ricezione turistica.
Il Popolo di Ridracoli AD LIMINA IV a cura di CLAUDIO BIGNAMI

Garfagnana (slm 508) foto
La casa è stata costruita nel 1928. Di proprietà dei Mainetti, nel 1932 vi abitava Francesco Mainetti con la sua famiglia (6 persone in tutto). Ultimo abitante della Garfagnana è stato Lorenzo Milanesi verso la fine degli anni '60. Recentemente ristrutturata dal Consorzio Acque la Garfagnana, che è stata ribattezzata "Il Nido", è oggi una struttura per la ricezione turistica. Nei pressi dell’abitazione vi era una maestà, che è stata demolita verso la fine degli anni '70. Dalla Garfagnana passava la mulattiera diretta verso Casanova in Alpe.
Il Popolo di Ridracoli AD LIMINA IV a cura di CLAUDIO BIGNAMI

Case di Sopra (slm. 602) o Ca’ di Sopra foto
Nel 1777 Piero e Don Giuliano del fu Giovanni di Giovan Battista Gazzani possiedono "una casa da lavoratore di stanze cinque, forno e suoi resedi [...] un capanno [...] un altro capanno di una stanza. La famiglia di Giovan Battista Batani composta da 8 persone abita alle Case di Sopra nel 1815. Nel 1829 proprietario è Jacopo Gazzani, colono è Giulio Margheritini e l'abitazione è così descritta: "capanna rovinata. Casa colonica capanno ed aia. A terreno 4 stalle, capanno, 2 stanze, stalletto, loggia, forno e capannetto. I piano cucina, camera e capannette. Dal 1872 al 1910 si succedono nella conduzione del podere, di proprietà dei Nanni, le famiglie di Antonio Stefani, Stefano Ulivi e Adamo Monti. Nel 1932 il colono è Pasquale Stefanelli, e verso la fine degli anni ‘50 vi abita la famiglia Gambrelli. Qualche anno dopo l'abitazione sarà definitivamente abbandonata dalla famiglia Beoni. La casa, situata sulla mulattiera che collegava Ridracoli alla Seghettina, è stata ristrutturata dal Consorzio Acque ed è di proprietà della regione Emilia Romagna.
Il Popolo di Ridracoli AD LIMINA IV a cura di CLAUDIO BIGNAMI

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